Goal 5. Uguaglianza di genere

GOAL 5. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze

Il quinto Goal dell’Agenda ONU 2030 vuole raggiungere l’uguaglianza tra sessi e l’empowerment di tutte le donne, ragazze e bambine. Quello della parità di genere non rappresenta solo uno dei diritti umani fondamentali, ma è anche un elemento essenziale per costruire un mondo pacifico, prospero e sostenibile.

5.1 Porre fine a ogni forma di discriminazione nei confronti di tutte le donne, bambine e ragazze in ogni parte del mondo

5.2 Eliminare ogni forma di violenza contro tutte le donne, bambine e ragazze nella sfera pubblica e privata, incluso il traffico a fini di prostituzione, lo sfruttamento sessuale e altri tipi di sfruttamento

5.3 Eliminare tutte le pratiche nocive, come il matrimonio delle bambine, forzato e combinato, e le mutilazioni dei genitali femminili

5.4 Riconoscere e valorizzare il lavoro di cura e il lavoro domestico non retribuiti tramite la fornitura di servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale e la promozione della responsabilità condivisa all’interno del nucleo familiare, secondo le caratteristiche nazionali

5.5 Garantire alle donne la piena ed effettiva partecipazione e pari opportunità di leadership a tutti i livelli del processo decisionale nella vita politica, economica e pubblica

5.6 Garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti riproduttivi, come concordato in base al Programma d’azione della Conferenza Internazionale sulla Popolazione e lo Sviluppo e la Piattaforma di Azione di Pechino ed ai documenti finali delle conferenze di revisione

5.a Avviare riforme per dare alle donne pari diritti di accesso alle risorse economiche, come l’accesso alla proprietà e al controllo della terra e altre forme di proprietà, servizi finanziari, eredità e risorse naturali, in accordo con le leggi nazionali

5.b Migliorare l’uso della tecnologia che può aiutare il lavoro delle donne, in particolare la tecnologia dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’empowerment, ossia la forza, l’autostima, la consapevolezza delle donne

5.c Adottare e rafforzare politiche concrete e leggi applicabili per la promozione dell’eguaglianza di genere e l’empowerment, ossia la forza, l’autostima, la consapevolezza, di tutte le donne, bambine e ragazze a tutti i livelli

L’uguaglianza di genere nel mondo. I dati

Secondo i dati dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, liberamente verificabili sul sito ufficiale, 750 milioni di ragazze sono state costrette a sposarsi prima dei 18 anni e 200 milioni di donne in 30 paesi del mondo hanno subìto mutilazioni genitali. In queste aree, dal 2000 al 2017, il tasso di ragazze tra i 15 e i 19 anni sottoposte a FGM (female genital mutilation) è fortunatamente diminuito da 1 ogni 2 a 1 ogni 3, ma non è abbastanza.

In 18 paesi gli uomini hanno il diritto legale di vietare alle loro mogli di lavorare e in 39 nazioni le figlie femmine non godono degli stessi diritti ereditari dei loro fratelli maschi. Come se non bastasse, 49 nazioni non prevedono leggi atte a proteggerle dalla violenza domestica: un dato che fa ancora più male se consideriamo che nel 30% dei casi, a livello globale, le donne subiscono violenza dal proprio partner all’interno delle mura di casa.


Lo sapevi che…

Non solo violenza e discriminazione. Ancora molte, troppe donne non possono avere accesso a un lavoro dignitoso oppure, a parità di mansione, vengono retribuite meno degli uomini. Non tutti i Paesi possono offrire assistenza sanitaria a tutte le cittadine e, ad oggi, le donne continuano ed essere sotto-rappresentate nei processi decisionali, economici e politici. Anche se oggi iniziano a ricoprire incarichi sempre più importanti, la loro rappresentanza nei parlamenti internazionali è al 23.7%, ancora molto lontano dalla parità.

Emma Watson – l’attrice divenuta famosa sul grande schermo per avere interpretato Hermione Granger in Harry Potter – è ambasciatrice HeForShe, Lui per Lei, campagna firmata UN Women che si batte per la parità di genere.  Già, perché l’uguaglianza tra sessi non implica la predominanza del sesso femminile su quello maschile. «Più ho parlato di femminismo e più mi sono resa conto che troppo spesso battersi per i diritti delle donne era diventato sinonimo di odiare gli uomini – ha esordito Watson nel suo discordo di fronte all’Assemblea delle Nazioni Unite, nel 2014 – Se c’è una cosa che so con certezza è che questo deve finire. Per la cronaca, il femminismo per definizione è la convinzione che uomini e donne debbano avere pari diritti e opportunità: è la teoria dell’uguaglianza tra i sessi – politica, economica e sociale».


Un focus sulle vittime al femminile di omicidio in Italia. I dati Istat

No, la violenza sulle donne non è un affare che riguarda i Paesi in via di sviluppo o le culture più conservatrici. Le vittime femminili di omicidio volontario nell’anno 2018, in Italia, sono state 133, ovvero lo 0,43 per 100.000 donne. Tra i 22 Paesi dell’Unione europea per i quali si hanno a disposizione dati recenti, si osservano valori inferiori solo nel caso di Grecia e Cipro. Ma non serve fare la conta dei cadaveri per iniziare a parlare di violenza. Linda Laura Sabbadini, direttrice del dipartimento per le statistiche sociali e ambientali dell’Istat e membro della commissione ONU che ha definito le linee guida a livello mondiale delle indagini statistiche sulla violenza contro le donne, è stata molto chiara nella sua intervista all’Huffington Post: «I femminicidi sono la punta dell’iceberg. Dobbiamo comprendere tutte le manifestazioni di violenza di genere, fenomeno endemico e gravissimo che accomuna l’Italia al resto del mondo».

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