Plastica monouso, l’Unione Europea dice addio

Plastica monouso, adieu. Entro il 2021 un’Europa sempre più green metterà al bando alcuni prodotti in plastica monouso come cannucce, cotton fioc e posate. La direttiva – che rientra in un ben più ampio piano di salvaguardia dell’Ambiente – è stata approvata nello scorso maggio dalla Commissione europea, per poi essere ratificata in Parlamento nel mese di ottobre. La sede di Strasburgo sì è dimostrata entusiasta del provvedimento: lo testimoniano i 571 voti favorevoli, che hanno schiacciato i 53 contrari e le 34 astensioni. Ciò significa che, a partire dal nuovo anno, verranno predilette le plastiche organiche che possano essere decomposte in sostanze naturali da microrganismi già presenti in natura.

Plastica e Beach Littering, i numeri tutti italiani

Un’indagine di Legambiente dedicata al Beach Litter, condotta lo scorso anno su 64 spiagge del Belpaese, rivela dati sconcertanti: ogni 100 metri – due volte la lunghezza di una piscina olimpionica, per intenderci – si rinvengono circa 670 rifiuti. l’84% di questi è costituito da materiale plastico, mentre il restante pattume è costituito in ordine crescente da carta e cartoni, ceramica, vetro. Tra i rimasugli marittimi, la medaglia d’oro va alle reti per la coltivazione dei mitili, che costituiscono l’11% della spazzatura dei lidi. L’argento è conquistato da tappi e coperchi plastici (9,6%) mentre il bronzo spetta a generici frammenti di oggetti fatti in plastica (9,3%) dalle dimensioni inferiori ai 50 cm. Una menzione speciale spetta ai mozziconi di sigaretta (8,5%), bottiglie e contenitori in plastica per bevande (7,7%), cotton fioc (6,1%). Sono in parità stoviglie usa e getta e polistirolo, al 4,4%. Bottiglie e contenitori in plastica diversi da quelli per bevande e altri rifiuti si accontentano di un premio di consolazione, dati i loro 2,9 e 2,8 punti percentuali. Non può non essere citata la presenza di sacchetti, shopper e buste, che guadagnano un “degno” 2%. I numeri dell’Europarlamento, inoltre, notificano che la metà dei materiali fluttuanti nelle acque internazionali è costituito da microplastiche.

Plastiche alternative. Cosa cambia nelle nostre case

«Ridurre le scorie plastiche è un’opportunità per il business europeo. Potremmo dare vita a prodotti sostenibili che il mondo richiederà per i prossimi decenni, e ricaverà un maggiore valore economico dalle nostre preziose risorse» twitta la Commissione europea. Ma quali sono questi sostituti eco-friendly delle plastiche monouso, che farebbero più ambientalista l’Europa? Uno tra i tanti è la canna da zucchero. Il residuo di estrazione proveniente dalla lavorazione, costituito dalla parte fibrosa e dalla scorza, è un valido sostituto del polistirolo. Più conosciuto è però il PLA, l’acido polilattico, che viene ricavato dall’amido di mais. Si decompone in maniera organica trasformandosi in CO2 e acqua, contribuendo alla rigenerazione del pianeta. Carta e cartone possono sostituire gli involucri plastici, purché riciclati e provenienti da foreste sostenibili certificate FSC (Forest Stewardship Council). Il cosiddetto PSM o Plastarch Material, simile all’acido polilattico, viene realizzato con amido modificato attraverso enzimi e cellulosa. Ma attenzione, quest’ultimo è definito “semibiologico”: contiene una minima quantità di microplastiche, tuttavia quando viene incenerito non produce fumi tossici e può essere riutilizzato come fertilizzante.

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